Hotel de l’avenir – CAMeC

La Spezia, 6 ottobre-11 novembre 2007
Giuliano Galletta hotel de l’avenir

Presentazione
Bruno Corà

L’inedito progetto dell’opera multimediale Hotel de l’avenir concepito e realizzato da Giuliano Galletta appositamente per il grande vano-scala del CAMeC investe nuovamente, dopo le opere di Tinguely che la inaugurarono, questa particolare volumetria del Centro. E Galletta lo fa con intelligenza, con qualità e piglio provocatoriamente attraente, poiché consente a ognuno di lasciarsi coinvolgere dalla sua azione attraverso un collage di emblemi, in parte già sedimentati nell’immaginario collettivo, in parte tuttora vivi. Si potrebbe dire che la formula plastica di questo lavoro derivi dalla militanza esercitata da Galletta nel mondo delle arti, della poesia visiva, quanto in quello dell’informazione e della comunicazione. A ben guardare quegli ‘emblemi’ da lui messi in gioco, tuttavia, si comprende che essi emergono da una intensa stratigrafia culturale indicativa dello spessore performativo a cui Galletta fa riferimento nel suo lavoro. Echi dell’estetica che distinse la stagione e le poetiche dell’Internazionale situazionista nella concezione dei messaggi; travasi di una narratività visiva definitasi artisticamente durante l’esperienza dei movimenti giovanili internazionali negli anni ‘67-‘68; riverberi delle proteiformi vite del teatro europeo majakovskiano, piscatoriano brechtiano, beckettiano, kantoriano, ma anche della surrealtà, della crudeltà, della nuova oggettività, fino al teatro immagine degli anni Settanta e oltre. Di tutto ciò si è alimentata la ‘mise en image’ progettata da Galletta, non senza essere pervenuto a un proprio asciutto linguaggio, che è fatto di fotografia storica, ma anche di manipolazione sensazionale di essa, di mitologia massmediale, di slogan o testi lapidari di autori quasi sempre ‘fondamentali’, di monitor accesi con programmi banali o cruciali, di storie personali raccontate con lessico immediato o confidenziale, talvolta venato di impredicata malinconia. C’è molto altro o, in taluni casi, molto meno, ma per amore di essenzialità, onde arrivare all’enunciato spaziale di un set in cui l’azione che si deve compiere manca e al suo posto però si osserva la protesi di ciò che la suggerisce attraverso apparati ed elementi scenici in procinto di dover essere usati o, si ipotizza, appena dopo il loro impiego.

Hotel de l’avenir di Galletti è come il tuffo di Yves Klein nell’immaterialità presente-futuro-passato di un tempo-spazio anticipato o, come avrebbe detto Agnetti, “dimenticato a memoria”; è il sito possibile dove rileggere l’oblio e i rinvii di Blanchot, del suo livre à venir, tautologia letterariamente praticata di un’opera assente ma ugualmente nominata ed evocata. Per tante ragioni, Hotel de l’avenir è un atto unico vertiginoso, soprattutto per il visitatore che lo voglia cogliere a vari livelli…!

Prima dell’episodio preparato per il CAMeC, quello dedicato da Galletta “a casa Jorn” ad Albisola non era meno eloquente nelle intenzioni di fare della propria arte un detonatore atto a far esplodere una memoria mai rassegnata o sopita. Anche allora, nella primavera di quest’anno, il tempo, l’ambiente di Jorn sono divenuti protagonisti di un risveglio voluto da Galletta insieme a ciò che di quell’artista e di quanto ha rappresentato nell’arte e nella cultura europea potesse rivivere attraverso il proprio intervento suscitatore.

Non sta a me, in questa occasione, addentrarmi in una lettura critica più di quanto basti a motivare e rivendicare la presenza dell’opera di Galletta nel percorso culturale del CAMeC. Una cosa sento di poter affermare senza tema di smentita: Galletta sa impiegare i mezzi della visualità e quelli del messaggio verbale con un’efficacia critica non trascurabile. Dopo John Heartfield, dopo Klaus Staeck, dopo Barbara Krüger egli ha trovato la propria frequenza trasmittente, impegnata, incisiva e toccante. Altri validi prefatori della sua opera in questa pubblicazione ne giustificano con calzanti argomenti le valenze distintive e indubbiamente interessanti. Una presenza preziosa quella di Galletta, attiva nella scena operativa ligure, un autore il cui respiro non solo valica il luogo di provenienza e di accoglimento, ma ritengo che sia pronto ad affrontare altre sedi di raggio internazionale per la forte vocazione spettacolare e comunicativa.